Gossip... matematico
Nel 1500 i matematici per costruire la propria fama partecipavano a particolari gare pubbliche di abilità matematica chiamate “cartelli di matematica disfida”.
Ognuno dei contendenti sottoponeva all’avversario i propri quesiti, e chi riusciva a risolverne il maggior numero era dichiarato vincitore. Il pubblico poteva scommettere sul vincitore e anche i contendenti scommettevano spesso ingenti somme di denaro: per esempio, secondo una testimonianza, in un caso, lo sconfitto dovette offrire al vincitore, e a suoi amici, trenta banchetti.
Nel 1535 in una di queste disfide si trovarono di fronte Antonio Maria Fior e Nicolò Fontana, detto Tartaglia, sull’argomento: “ Equazioni cubiche”. Ai quei tempi le equazioni cubiche erano classificate in tre tipologie, di cui Fior ne sapeva risolvere un tipo e Tartaglia un altro. Ma una settimana prima dell’evento, Nicolò, in un lampo di genio scoprì come risolvere anche gli altri tipi e sottopose all’avversario quelle che non sapeva risolvere, vincendo la disfida.
Un altro famoso matematico del tempo, Girolamo Cardano, stava affrontando gli stessi argomenti per inserirli nel suo nuovo libro. Visto l’esito della disfida avvicinò Tartaglia per farsi spiegare i suoi metodi; nonostante fosse inizialmente restio, alla fine cedette alla richiesta, con la promessa da parte di Cardano di non rivelare il segreto.
Ma così non fu. Infatti, nell’Ars Magna di Cardano comparvero proprio i metodi del matematico vincitore, che lo accusò di plagio, anche se l’autore aveva messo in evidenza la sua paternità.
Cardano però, dalla sua, aveva una scusa molto valida: un suo allievo, Ludovico Ferrari, aveva trovato un metodo per risolvere le equazioni quartiche, nelle quali compare la quarta potenza dell’incognita. Questo metodo prevedeva di associare ad una qualunque equazione quartica una cubica, che faceva affidamento alla soluzione di Tartaglia.
A questo punto della storia giunse una notizia che offriva una via di scampo per la stesura del libro. Fior, che aveva perso nella disfida con Tartaglia, era un allievo di Scipione del Ferro, il quale aveva risolto tutti i tipi di cubiche e non soltanto quella che aveva riferito al suo discepolo. Si sapeva che i manoscritti di del Ferro erano in possesso di un certo Annibale della Nave. Nel 1543, quindi, Cardano e Ferrari si recarono a Bologna per incontrare della Nave, consultarono i manoscritti e trovarono proprio quello che cercavano. Con le carte in mano, Cardano poteva affermare con onestà, di aver pubblicato il metodo di del Ferro e non quello di Tartaglia.
Ovviamente, quest’ultimo non la pensava allo stesso modo, ma non fu in grado di controbattere in maniera efficace a Cardano quando questi affermò che la soluzione non era affatto una scoperta di Tartaglia, ma di del Ferro. Non arrendendosi, Tartaglia pubblicò una lunga e dura diatriba sulla questione, e fu sfidato pubblicamente da Ferrai, in difesa del suo maestro. Ferrari vinse a mani basse e Tartaglia non si riprese più dalla dura sconfitta.